Occhi stanchi e rossi al computer? Riduci subito l’affaticamento degli occhi

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Sindrome da visione al computer: di cosa si tratta?

La Computer Vision Syndrome (CVS), in italiano “Sindrome da visione al computer”, raggruppa una serie di disturbi collegati all’uso prolungato di:

  • PC
  • Tablet
  • Smartphone
  • TV
  • Videogiochi
Maggiore è l’uso che facciamo dei dispositivi digitali, più grande sarà il fastidio oculare e il danno subìto da tutto l’organismo. In modo particolare, dai nostri occhi.

Un impiegato, un giornalista, uno scrittore, una cassiera, passano 8-10 ore al giorno davanti allo schermo di un PC.

Noi oculisti consigliamo di fare pause ogni 20 minuti di lavoro al computer, ma non riusciamo a farle quasi mai: la nostra “magica” finestra sul mondo (inclusa quella che affaccia sui social network) ci rapisce, ci strega e ci ammalia.

Eppure basterebbe poco: guardare il panorama in lontananza, alzarsi per fare due passi, sgranchirsi un po’, bere un po’ d’acqua approfittando di una pausa caffè, ma anche solo massaggiare gli occhi o farli roteare.

Di fronte a uno schermo, chiediamo sforzi aggiuntivi ai nostri occhi.

Occhi stanchi e pesanti: come si manifestano? Le cause

Stare ore ed ore davanti al monitor di un computer o di un qualsiasi altro dispositivo digitale, costringe i nostri occhi a lavorare molto di più: non possiamo mai perdere un particolare, un solo numero, una cifra, un simbolo. Abbiamo gli occhi spalancati e non ammicchiamo mai.

Fissare lo schermo di un computer per leggere, è diverso dalla lettura di un foglio di carta stampata. Caratteri e numeri su monitor non sono mai precisi o nettamente definiti: c’è sempre un flutter, uno “sfarfallio” di fondo.

Inoltre, il livello di contrasto delle lettere o dei numeri è molto ridotto.

I mille riflessi sullo schermo causati dalla luce ambientale e la posizione del PC, ci costringono a usare, per il lavoro digitale, assi visivi diversi e molto più innaturali rispetto a quelli che usiamo per la lettura di un libro, o per la scrittura.

Quando lavoriamo di fronte a uno schermo, chiediamo sforzi aggiuntivi ai nostri occhi. Esigiamo, sempre, maggiori performance visive: pretendiamo una continua opera di messa a fuoco e rapidissimi movimenti oculari che stressano e usurano tutto il sistema (occhio, lacrimazione, cervello, accomodazione, retina, bastoncelli, muscoli…).

Alcune persone hanno la cattiva abitudine di inclinare la testa sul collo, oppure si mettono in posizioni talmente strane (con angoli visivi molto particolari) solo perché i loro occhiali non sono stati progettati per guardare lo schermo di un computer.

Quante volte vediamo i nostri colleghi o i nostri figli, che si piegano verso il monitor solo per essere nelle condizioni di vedere in maniera più chiara o più nitida? O magari per “vivere” di più l’azione (quando parliamo di videogiochi o di un film).

Abitudini scorrette, possono causare la Computer Vision Syndrome

Quali sono i sintomi da prendere in considerazione?

Queste abitudini scorrette, possono causare a loro volta la cosiddetta Computer Vision Syndrome, che è caratterizzata da:

  • Affaticamento oculare: occhi rossi, occhi pesanti e stanchi, occhiaie;
  • Fatica a mettere a fuoco (astenopia accomodativa o DES, Digital Eye Strain);
  • Cefalea, emicrania (il cosiddetto “mal di testa da pc”);
  • Appannamento visivo, con visione a tratti velata;
  • Sindrome dell’alterazione del film lacrimale (occhio secco);
  • Dolore al collo;
  • Fastidio alle spalle;
  • Disturbi alla colonna vertebrale;
  • Crampi alle mani, alle dita, ai gomiti o alle braccia.

Tutti questi sintomi sono il risultato di atteggiamenti sbagliati e situazioni ambientali sfavorevoli, ad esempio:

  • Esposizione prolungata e senza pause (lavoro o studio matto e disperatissimo);
  • Scarsa illuminazione o illuminazione monocromatica bianca (neon, LED);
  • Abbagliamento da luce blu prodotta dagli schermi digitali;
  • Errate posizioni del computer e del suo schermo sulla propria postazione;
  • Schermo del computer posizionato a una distanza imprecisa ed imperfetta (troppo lontano, troppo alto, troppo vicino);
  • Posture originali e poco ortodosse (sedere di fronte al PC in posizioni “creative”, ma sbagliate);
  • Vizi di rifrazione – anche lievi – mai corretti da lenti (miopia, ipermetropia, astigmatismo, presbiopia);
  • La combinazione di tutte queste diverse cause.

La mole di disturbi oculari da cui si è afflitti durante questa sindrome, varia a seconda del livello delle capacità visive di ciascun individuo e soprattutto dal tempo trascorso osservando lo schermo digitale.

Molti dei sintomi visivi riferiti e “testati” dagli utilizzatori di PC e altri dispositivi digitali sono, per fortuna, solo transitori e si riducono dopo l’interruzione della giornata lavorativa al computer o alla fine dell’utilizzo del dispositivo.

Oppure, con il semplice gesto di instillazione di una lacrima artificiale.

Quando rivolgersi al medico?

Alcune persone riferiscono di continuare ad avere ridotte capacità visive (come visione offuscata o disturbata, difficoltà di accomodare alle diverse distanze, aloni e scotomi luminosi) anche dopo essere rientrati a casa. Se rientri tra queste persone, consulta il prima possibile il tuo oculista.

I rimedi per alleviare la stanchezza oculare

Ecco alcune semplici accortezze per prevenire la stanchezza occhi e una conseguente Computer Vision Syndrome:

  • Controllare l’illuminazione e l’intensità della luce dello schermo del dispositivo;
  • Stabilire una posizione e una distanza di lavoro adeguata: il monitor (che sia del PC o la TV) va installato sempre più in basso del nostro asse visivo. Dobbiamo dominare il PC, così gli occhi sono socchiusi e vi è una maggiore protezione della superficie oculare;
  • Controllare bene la postura e la posizione della sedia;
  • Verificare di non avere problemi di vista: lievi vizi refrattivi mai corretti, alla lunga possono dare grandi problemi;
  • Usare lenti dotate di filtro per la luce blu;
  • Instillare lacrime artificiali di buona qualità (lasciati consigliare dal medico oculista);
  • Fare in modo che ci sia una buona umidità dell’aria vicino alla postazione di lavoro, evitando aria troppo secca o troppo ventilata;
  • Prevenire gli occhi secchi con adeguate lacrime artificiali o gel.

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Al prossimo articolo!

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Luigi Marino | Oculista

Sono un medico oculista presso la Casa di Cura la Madonnina (MI). Collaboro con centri internazionali di ricerca sulla malattia dell’occhio secco, il mio principale interesse clinico.

Lavoro con l’A.C. Milan e la FISI, sono docente universitario e Direttore dell’Istituto Europeo Occhio Secco, esperto in chirurgia refrattiva laser, socio fondatore di AIMO e consulente dell’ONU di Ginevra. Leggi la mia biografia completa

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