Glaucoma all’occhio: sintomi, cause e cure

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Glaucoma: sicuramente ne avrai già sentito parlare, e in questo articolo vogliamo fare un po’ di chiarezza a riguardo. Come per tutte le patologie oculari, conoscere le cause e saper individuare i primi sintomi per tempo, è molto importante per rendere più efficaci le terapie future.   

Nel caso del glaucoma, come vedrai più avanti, è praticamente fondamentale perché i danni causati da questa malattia sono irreversibili: riconoscerla e trattarla per tempo è l’unica soluzione utile.

Cos’è il glaucoma?

Il glaucoma è una malattia progressiva del nervo ottico. Ciò che accade a chi ne soffre, è la riduzione del campo visivo: nella maggior parte dei casi, inizialmente si danneggia la parte più periferica, poi quella centrale. Alla fine, porta alla completa cecità se non trattato. 

L’elevata pressione intraoculare, non è l’unica causa del glaucoma.

Le cause del glaucoma all’occhio

Ciò che causa il glaucoma è l’aumento della pressione intraoculare. Va riconosciuto, tuttavia, che l’elevata pressione intraoculare non è necessariamente l’unica causa del glaucoma.

È più corretto attribuire l’insorgenza del glaucoma ad un alterato equilibrio dei liquidi che costituiscono l’occhio, cioè l’umor acqueo.

I liquidi che riempiono l’occhio (umor acqueo) generano una pressione che, in condizioni normali, viene fatta defluire (come in un serbatoio): quando le vie di deflusso sono ostruite o non funzionano bene, la pressione diventa troppo elevata e danneggia il nervo ottico.

Il rischio di contrarre il glaucoma aumenta con l’età e con la presenza pregressa di altre condizioni e patologie (diabete, malattie oculari, miopia, interventi chirurgici), oppure, per genetica o etnia (africani e asiatici sono più propensi a svilupparlo).

Sintomi: quali sono e come riconoscerli

La sintomatologia del glaucoma all’occhio è davvero subdola. Non per altro questa malattia viene definita silenzioso ladro della vista.

A esclusione del glaucoma acuto che si presenta improvvisamente, tutti gli altri tipi di glaucoma deteriorano lentamente e progressivamente il nervo ottico, senza causare alcun disturbo “evidente”.

Ci si rende conto del danno solo quando è già fatto, ossia quando si presentano, effettivamente, difficoltà nella vista. In particolare, il campo visivo centrale è l’ultimo ad essere colpito: quindi si tende a sottovalutare il problema della ridotta visione periferica, collegandolo ad altre problematiche minori.

In questo caso, è chiaro che la prevenzione (con controlli costanti e periodici dall’oculista) è l’unica arma.

Nel caso di glaucoma acuto invece, i sintomi che si presentano sono:

  • dolore anche grave
  • arrossamento oculare
  • visione ridotta, aloni
  • cefalea, nausea e vomito

Più la diagnosi sarà precoce, più possibilità ci saranno di evitare danni irreversibili.

Glaucoma: si può curare?

Prima di parlare della cura, parliamo della diagnosi: superati i 40, è bene effettuare visite di controllo periodiche dall’oculista, soprattutto se si ha una predisposizione genetica o malattie pregresse.

La visita medica deve essere specialistica, completa e con esami di approfondimento. Più la diagnosi è precoce, più possibilità si avranno di iniziare il trattamento prima che il danno risulti irreversibile.

Una volta diagnosticato il glaucoma, la terapia consente di monitorare l’andamento della malattia ed evitare o ritardare il più possibile la perdita totale della vista. Le visite di controllo devono mantenersi costanti, solitamente da una a tre visite l’anno. 

Le terapie con l’obiettivo di contrastare gli effetti del glaucoma comprendono due strade:

  • Farmacologica (colliri)
  • Intervento chirurgico o trattamenti laser

La cosa in assoluto più importante quando si soffre di glaucoma all’occhio, è l’aderenza alla terapia. Abbandonare l’assunzione di farmaci (anche solo per un periodo) o interrompere il ciclo dei trattamenti prescritti, non porta alcun giovamento e rende inutile tutti gli altri interventi, permettendo alla malattia di aggravarsi (così come le sue conseguenze).

I motivi per cui un paziente potrebbe (prevalentemente anziano) non aderire correttamente alla terapia, possono essere anche indipendenti dalla sua volontà. Ad esempio:

  • difficoltà a ricordare (magari in concomitanza di altre cure da rispettare)
  • mobilità ridotta o difficoltà nell’instillare il collirio
  • scarsa motivazione: la terapia non migliora le complicazioni gravi, ma le ritarda e le tiene sotto controllo. Il fattore di “mancata guarigione” potrebbe scoraggiare i pazienti meno…pazienti.
  • effetti collaterali dovuti alla terapia: i trattamenti farmacologici e chirurgici utilizzati per il glaucoma possono provocare disturbi della superficie oculare, tra cui la malattia dell’occhio secco. Anche se questi effetti collaterali sono fastidiosi, non bisogna interrompere l’utilizzo dei farmaci, in quanto l’obiettivo primario deve essere sempre il trattamento del glaucoma! Piuttosto si possono alleviare questi disturbi con l’instillazione di una buona lacrima artificiale, se necessario. 

Per rispettare la terapia assegnata, non è necessario che venga eseguita “solo” puntualmente, ma anche correttamente in termini di dosi e tempistiche. Non si deve mai interrompere una terapia per decisione autonoma, magari perché i sintomi retrocedono o si ha la sensazione di stare meglio. Consultare sempre prima un medico.

BIBLIOGRAFIA
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