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Lacrimare può sembrare un’azione naturale e spontanea, ma non per tutte le persone è così: esiste un disturbo chiamato ipolacrimia caratterizzato da una scarsa produzione di lacrime, con conseguenti problemi a livello oculare.
Le lacrime infatti sono importantissime per il benessere dei nostri occhi: servono a lubrificare la superficie oculare, a proteggerla da microrganismi esterni e a regalarci una visione chiara e nitida.
Cosa succede quindi quando non produciamo abbastanza lacrime? Perché succede e come rimediare? Spieghiamo tutto in questo articolo.
L’ipolacrimia è una condizione che si manifesta quando le ghiandole lacrimali non producono abbastanza lacrime per mantenere la superficie oculare adeguatamente lubrificata. Questo causa secchezza oculare e una serie di sintomi correlati, come pruriti, bruciori e arrossamenti.
La secchezza oculare può dipendere da diversi fattori, anche ormonali, e ne sono affette moltissime persone in tutto il mondo. Si tratta quindi di una condizione abbastanza comune, in particolare per le donne in menopausa.
L’ipolacrimia e la secchezza che ne deriva possono peggiorare anche a causa di stili di vita scorretti e particolari condizioni ambientali.
Inoltre, in buona parte dei casi, può essere dovuta semplicemente all’avanzare dell’età, che causa una diminuzione della funzionalità delle ghiandole lacrimali preposte alla produzione di lacrime.
Vediamo quindi come riconoscere l’insorgere di questa problematica e come prevenirne la comparsa.
Riconoscere l’ipolacrimia è abbastanza semplice: i sintomi possono variare di intensità, arrivando anche a compromettere la qualità della vita.
I più comuni sono:
Questi termini sono molto simili e vengono facilmente confusi. Facciamo chiarezza:
Tutti e tre i casi sono collegabili alla comparsa di occhio secco: la sindrome dell’occhio secco infatti deriva proprio dall’ipolacrimia, che a sua volta può essere causata dall’eccessiva evaporazione delle lacrime (dislacrimia).
L’epifora invece è quasi una conseguenza, paradossale, dell’occhio secco: in presenza di secchezza, l’occhio reagisce con una maggiore produzione per proteggersi.
In alcuni casi, l’ipolacrimia si può prevenire con pochi e semplici gesti: per esempio umidificare l’ambiente, proteggere gli occhi da agenti esterni come polvere e vento, curare l’alimentazione e imparare a gestire il proprio tempo davanti agli schermi, facendo delle pause frequenti ogni 20 minuti.
Se la secchezza è già avanzata, il consiglio è utilizzare lacrime artificiali, possibilmente di alta qualità e senza conservanti. Chiedi consiglio all’oculista, che saprà indirizzarti verso il prodotto più idoneo alle tue esigenze.
A seconda del tipo di ipolacrimia, infatti, la lacrima artificiale prescritta potrebbe essere diversa: si predilige una lacrima a componente acquosa per i deficit quantitativi (bassa produzione di lacrime), o una lacrima a componente per lo più lipidica per deficit quantitativi (lacrime di scarsa qualità con tendenza all’evaporazione precoce dalla superficie oculare).
Ti lasciamo con alcuni link utili per continuare ad approfondire le buone pratiche di prevenzione!
Specialista convenzionato presso ASL Lecce, libero professionista e membro SISO-AIMO, si occupa principalmente di imaging retinico, dacriologia e disfunzioni della superficie oculare, gestione dei disturbi palpebrali. Leggi la biografia completa.
Willems M, Wells CF, Coubes C, Pequignot M, Kuony A, Michon F. Hypolacrimia and Alacrimia as Diagnostic Features for Genetic or Congenital Conditions. Invest Ophthalmol Vis Sci. 2022 Aug 2;63(9):3. doi: 10.1167/iovs.63.9.3. PMID: 35925585; PMCID: PMC9363675.
Craig JP, Nichols KK, Akpek EK, et al. TFOS DEWS II Definition and Classification Report. Ocul Surf. 2017 Jul;15(3):276-283. doi: 10.1016/j.jtos.2017.05.008. PMID: 28736335.
Hylocchio è un sito di approfondimento sulla malattia dell’occhio secco – a cura di Ursapharm – dedicato all’informazione e alla prevenzione, attraverso articoli e consigli di medici e specialisti, per la salute e il benessere degli occhi.
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